
Partecipare concretamente al processo di crescita socio-culturale della società per realizzare la nostra mission e far crescere l’Associazione – L’obiettivo della “cittadinanza umanitaria attiva”
Con la celebrazione del Congresso nazionale di Bologna un altro anno lionistico volge al termine. Fra luci e ombre, il lionismo italiano, fortemente impegnato a Expo Milano 2015, è sempre più proiettato verso il 2017, l’anno del centenario. Uno storico appuntamento per confermare l’attualità del messaggio di solidarietà e fratellanza universale di Melvin Jones.
Ma, al di là di qualche mediocre rappresentazione personalistica che alcuni ne fanno, quale lionismo ci attende per il futuro? Negli auspici personali, non è quello che, parlando di “cambiamento”, è stato disegnato di recente sulle pagine della rivista nazionale LION. Incomprensibile infatti l’intervento relativo alla mission del lionismo, alla centralità sociale del suo ruolo nella promozione del bene civico. Con buona dose di saccenteria e di provincialismo, qualcuno ritiene che l’Associazione torna a crescere perché “non è più un’Associazione di elite di censo e di cultura”. Abbiamo così appreso che fare opinione, suscitare dibattiti, promuovere sul territorio un lionismo di proposta e di mediazione sociale fra i bisogni della collettività e le pubbliche istituzioni non significa “servire”, non significa “prendere attivo interesse al bene civico, culturale e sociale della comunità”! La “cittadinanza umanitaria attiva”, attuazione del principio costituzionale della “sussidiarietà orizzontale”, per la quale tanto ci stiamo battendo, è da rottamare. Deludente! Questa è una lettura di un lionismo lontano da ogni processo di crescita socio-culturale, un lionismo che non consente di percepire il futuro, privo cioè di una sua identità. Con buona pace dei service d’opinione di rilevanza nazionale!…
Non si può infatti languire inoperosi distaccati da ciò che ci circonda senza renderci complici del dissolvimento dei migliori valori storici e culturali, etici e morali, religiosi o più semplicemente spirituali. La nostra presenza nella società non anodina ma critica, e al contempo propositiva, deve assurgere ad elemento di ammonimento, di risveglio, punto di convergenza di chi intende ancora lottare per gli ideali di giustizia, libertà, moralità e solidarietà.
Il declino della società, la sua deriva etica coincide con l’abbandono di quegli elementi caratterizzanti che hanno segnato nel tempo il cammino dei popoli, il loro sviluppo. E in un’epoca caratterizzata dalla profonda crisi dei valori, da un crescente nichilismo culturale e da un diffuso disimpegno sociale, la società contemporanea ha bisogno dei lions quali opinion leaders del futuro, se non opinion makers, suscitatori di bisogni che la classe politica dovrebbe poi soddisfare. Agire cioè come protagonisti e non come anonime comparse sociali al servizio di altri! Aprirsi alla società civile con le nostre professionalità per far giungere la peculiarità del nostro impegno di operatori socio-culturali, di “leader globali nella comunità”. La nuova frontiera del lionismo passa per una diversa cultura del servire.
“Così facendo, secondo l’illuminato pensiero del compianto Osvaldo De Tullio espresso al Forum europeo del 1978 in Spagna, i Lions si renderebbero effettivamente benemeriti della civiltà e del progresso e contribuirebbero in maniera concreta alla diffusione dei principi e degli scopi del lionismo. Tutto ciò presuppone e richiede non un interesse passivo e inerte, ma un comportamento attivo, con conseguenze sulle realtà sociali in ogni direzione possibile per ottenere che gli scopi del lionismo ricevano la massima attuazione”. Il PDG De Tullio, Uomo di profonda cultura, sollecitava dunque per il lionismo l’assunzione del ruolo di movimento di opinione, ruolo dal quale sono poi scaturite le configurazioni di movimento di proposta, di pressione, di cittadinanza umanitaria. Una tesi programmatica magnificamente elaborata dal PID Ermanno Bocchini e che rappresenta la bandiera del lionismo italiano.
Con il “pessimismo della ragione (in presenza di certe affermazioni) e l’ottimismo della volontà”, voltiamo pagina, per …. “cambiare” davvero, in direzione di una road map del lionismo affrancato da zavorre e pifferai, in grado di recuperare l’elitarietà sociale e culturale di un tempo, negli uomini e nelle azioni, per restituire al messaggio lionistico credibilità e moral suasion. Per essere cioè orgogliosi del nostro passato e guardare con fiducia al nostro futuro.
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